martedì 18 giugno 2013

Case bellissime per diversamente abili.

Una cosa che, tristemente abbiamo notato, è che nei giornali di arredamento, e ne guardiamo a bizzeffe, mai o quasi mai si parla di design associato ai diversamente abili.
Considerando che, per noi di STYLEHOUSEBLOG, chiunque può avere una casa bellissima, oggi ci occuperemo di portatori di handicap, dando loro spunti d'arredo invidiabilissimi da qualunque persona.
Ovviamente, il fattore primario che si deve tenere a mente è lo spazio, considerando che questo è un elemento molto positivo, potrete scatenare la vostra fantasia.
La foto a lato è un chiaro esempio di ciò di qui stiamo parlando.
Il legno a terra agevolerà lo scorrimento delle ruote della sedia, e aver rivestito i muri dello stesso materiale, aumenta il valore della stanza.
La cosa bella che abbiamo scoperto è che, anche un'azienda importante come SCAVOLINI (http://www.scavolini.com/), ha pensato alle difficoltà di una persona in sedia rotelle, creando per loro cucine all'altezza giusta.
Questo si può tranquillamente considerare vero progresso.

Un'altra idea da copiare è questa, ed è tranquillamente utilizzabile da chiunque.
Un attaccapanni non per forza deve portare cappotti o sciarpe, e poi è all'altezza giusta per le raccogliere le scarpe.
Reinventare un nuovo uso per un comune oggetto, è sempre geniale e innovativo.
Un'altra foto che non vedevamo l'ora di presentarvi, è questa... guardate che meraviglia!
E' un bagno talmente bello ed elegante che è un dispiacere non usarlo.
La doccia ha gli spazi giusti, i colori sono tenui, il bianco riesce a romanticizzare il tutto, perciò siete liberissimi di copiare quest'idea all'istante. 
Ma... la vera chicca è nell'ultima foto...
Chi dice che le sedie a rotelle non possono essere anche assolutamente chic, non ha mai posato gli occhi su questa meraviglia.
Sdrammatizza l'oggetto in se, rendendolo bello, giocoso e alla moda. E' di DAVID POMPA, visita il suo sito http://www.davidpompa.com/index.php

giovedì 13 giugno 2013

Laureati 2013, veri eroi dei giorni nostri!



In molti pensano che il periodo che stiamo vivendo sia al limite della catastrofe.
La gente perde il lavoro, non si hanno più certezze per il proprio domani, perciò, come può un giovane avere fiducia a speranze per il futuro?
La cosa straordinaria, che abbiamo scoperto, è che i ragazzi d’oggi non si abbattono, studiano, lavorano e mantengono vivi la voglia di costruire qualcosa.
Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro, e la cosa più bella che ne è uscita è che c’è speranza, c’è la voglia di sperimentare, di elaborare nuove idee per creare qualcosa di mai visto, continuando anche a coltivare sempre le proprie passioni, mantenendo la più totale attenzione sul propri obbiettivi futuri.

Progetto di Roberto Simoncello
Ora lasciamo la parola a questo ragazzo di nome Roberto, che ci ha regalato la sua esperienza scolastica/lavorativa e può essere d’esempio per tutti, ed ha anche un suo motto: “Se sai risolvere un piccolo problema, saprai rispondere ai grandi quesiti”.

Progetto di Roberto Simoncello
1- Roberto, raccontaci un po’ la tua vita scolastica e lavorativa.
1- Se la mia vita scolastica e lavorativa fosse un libro avrebbe poche pagine ma sarebbero piuttosto dense. Parlerebbe di un percorso scolastico svolto in modo non convenzionale, di tante attività e passioni considerate “extra”, di dedizione al lavoro e voglia di riscatto. 

2- Qual è stata la tua prima esperienza lavorativa?
2- La mia prima carriera lavorativa inizia negli anni ’90, come orefice in una piccola azienda di Dueville, in provincia di Vicenza. Ho conseguito la maturità artistica frequentando i corsi serali, lavorando di giorno. 

3- Che è successo poi?
3- Successivamente mi sono iscritto all’università IUAV di Venezia, dove nel marzo 2013 ho conseguito la laurea magistrale in Architettura per la costruzione, con una tesi di laurea su un progetto di riconversione di un’azienda agricola esistente in una social farm. 

4- Hai anche svolto un tirocinio?
4- Durante il periodo di studi della laurea triennale ho svolto un tirocinio della durata di circa due mesi presso uno studio di architettura, dove ho collaborato alla stesura di progetti sia a piccola scala, come il disegno di piccoli moduli abitativi, sia a grande scala, come palazzine e piani urbanistici. 
Roberto Simoncello

5- Ti ha arricchito questa esperienza?
5-Ritengo che questa esperienza sia stata molto utile in quanto mi ha permesso di entrare per la prima volta in contatto con un vero studio di architettura, che redige progetti poi destinati ad essere realizzati e non solo a rimanere sulla carta. 

6- Però non avevi ancora le idee completamente chiare su cosa volevi nel tuo futuro, vero?
6- Conseguita la laurea triennale in Scienze dell’architettura ho deciso di prendermi un anno per lavorare, in modo da pagarmi gli studi della futura laurea magistrale, non sapevo ancora se sarei rimasto a Venezia o se avrei cambiato università, come ad esempio il politecnico di Milano. 

7- Non ti sei perso d’animo, e ti sei buttato in una nuova stimolante esperienza, ce la racconti?
7- Durante questo periodo ho trovato lavoro presso una ditta che si occupa di allestimenti museali. Il lavoro dell’allestitore penso sia molto stimolante, un po’ per la grande storia, soprattutto italiana, che c’è alle spalle di questo settore, (con nomi di spicco come Franco Albini e Carlo Scarpa), un po’ perché offre la possibilità di lavorare a contatto diretto con opere d’arte importantissime, magari studiate sui banchi del liceo artistico.
Finita questa bella esperienza ho deciso di tornare a Venezia per seguire gli ultimi due anni di laurea magistrale. Tra i vari indirizzi ho scelto quello di Architettura per la costruzione, in quanto era quello che dava maggiore importanza agli aspetti costruttivi del progetto architettonico, e a quel “senso del grave” che ricercavo. L’importanza di confrontarsi con aspetti concreti della materia è stata la base anche del tema scelto per la tesi di laurea, che ho redatto assieme alla mia compagna di studi Lucia Oro. 
 
Foto di Roberto Simoncello
8- Poi hai preso parte ad un grande progetto, racconta.
8- Da tempo avevo ricevuto la proposta, da parte di un caro amico, di sviluppare il progetto di riconvertire la sua azienda agricola a conduzione familiare in una fattoria sociale, ovvero un’impresa che si occupa di fornire servizi educativi, assistenziali e formativi a persone socialmente svantaggiate, oltre a produrre e vendere i prodotti della terra come frutta e ortaggi. Trasformando questo incarico in un tema da sviluppare anche come tesi, ho potuto approfondire anche molti aspetti legati alla storia e al territorio del quale l’azienda fa parte. 

9- Poi, finalmente, è arrivato anche il giorno della tua laurea.  
9- Ho conseguito la laurea magistrale in Architettura della costruzione nel marzo 2013.
A distanza di un mese dall’esame di laurea ho ricevuto varie offerte di lavoro, nonostante il periodo difficile che sta attraversando il settore dell’edilizia e non solo quello.

Progetto di Roberto Simoncello
10- Cosa vedi nel tuo futuro?
10- Attualmente ho vari progetti in cantiere, porto avanti le mie passioni, la musica (suono il basso in due gruppi, gli Unspoken e i Counting your wounds), lo skate, l’arte, e in generale la cultura underground.
Coltivo il sogno di poter creare e far parte di un laboratorio di idee e creatività, in cui ci sia spazio per l’architettura, la scultura, il design, la fotografia, gli allestimenti museali, ovvero lavorare mettendo in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti, mettendo a disposizione le mie conoscenze e la mia sensibilità artistica.



Foto di Roberto Simoncello

Info e contatti:


tel.: +39 3273879839
skype: roberto.simoncello
facebook: roberto robercello
twitter: @simoncellorob
linkedin: roberto simoncello

mercoledì 12 giugno 2013

Perchè funziona IKEA

In questo post parleremo di uno dei colossi dell'arredo più famosi al mondo, ovvero IKEA.
Nasce in Svezia negli anni '40, e negli anni si è espansa in quasi tutti i continenti, dall'Australia a Cipro, dal Canada al Kuwait. 
In Italia esistono ben 20 negozi, il primo fu aperto a Cisinello Balsamo nel 1989, ma lo stile scandinavo non ha alcuna intenzione di fermare la sua invasione pacifica, infatti ogni anno vengono inaugurate sedi in nuovi stati sparpagliati per la terra, aggiundendo fatturato al colosso svedese (27,6 miliardi di € solo nel 2012).
Una macchia scura ha 
però segnato la storia di IKEA, nel 2012, per il catalogo distribuito in Arabia Saudita, fu tolta l'immagine di una donna da una delle fotografie del medesimo, suscitando l'ira del mondo femminile e non solo. 
La corsa al successo, però, non si arrestata nemmeno in questo caso, ma allora, come mai IKEA ha così tanto successo?
Il segreto è un mix di elementi che rendono questo marchio inimitabile: i negozi sono veri e propri paesi dei balocchi dove poter trovare di tutto a prezzi accessibili, senza dimenticare lo spazio dedicato alla ristorazione, dove ci si può nutrire tra una pausa e l'altra dello sfrenato shopping, poi, le idee proposte dai designer creano nel cliente una sorta di magnetismo che da dipendenza, ma il pezzo forte è, senza dubbio, il catalogo, dove avvengono le vere magie,
foto dopo foto, pagina dopo pagina, queste immagini ritraenti momenti quotidiani, comuni a tutti, fanno desiderare una casa simile a quella che stiamo guardando.  Questi attimi rubati dall'obbiettivo della fotocamera, ci sembrano molto più familiari rispetto ad una comune pubblicità dove, per esempio, ad indicarci il prodotto da acquistare, c'è una super top model vestita con abiti elegantissimi, che finge di occuparsi della cena volgendo lo sguardo all'orizzonte che svela un panorama hollywoodiano, rendendo tutta la scenetta al dir poco surreale. Invece IKEA offre attimi più o meno veri, dove chiunque può rispecchiarsi.
Oltretutto ha regalato un nuovo modo di arredare casa, che ci permette di occuparcene con molta più nonchalance, ovvero il
cosiddetto "disordine ordinato", dove ogni cosa trova collocazione quasi per caso, e ci permette di stare meno attenti alla forma, ma molto di più al dettaglio.
Per concludere, si può amarla o odiarla, ma resta il fatto che IKEA ha dato anche ai più comuni mortali, la possibilità di avere una casa bella, dignitosa e di tutto rispetto senza spendere molto. Ha dettato una moda, ha
regalato pezzi unici che resteranno nella storia del design, in più, ci ha fornito di infiniti spunti con i quali possiamo realizzare la casa dei nostri sogni, certamente il loro scopo principale non è questo, ovviamente sarà il loro profitto, ma noi, consapevolmente ingannati dal loro bel modo di fare, continueremo ad acquistare i loro prodotti, sfogliare i loro cataloghi e sognare una casa bellissima come quella delle foto.

giovedì 6 giugno 2013

Arte + Riciclo + Design = MACS DESIGN



E' possibile unire l'arte, al riciclo e al design?
Assolutamente sì, e per capire meglio come questi tre elementi si possono fondere in un solo risultato, abbiamo contattato un'azienda che ha fatto suo questo modo di creare oggetti d'arredo stravaganti.
Si tratta della MACS DESIGN, un'azienda giovane, fatta da giovani.


Nasce nel 2008 a Treviso da un’idea di Massimo Furlan, che nel 2009 lancia l'eco-brand RICAMBI ORIGINALI.


L'idea di base è semplice ma geniale: è fornire ai clienti soluzioni d’arredo basate su creazioni sostenibili per l’ambiente utilizzando, in modo quasi esclusivo, materiali post-produzione
ricercati nei contesti industriali, tant'è che, per questo tipo di lavoro, viene utilizzato il termine "post-industrial design".
La MACS DESIGN non si limita all'arredo casa, infatti, i prodotti sono realizzati anche per negozi ed eventi che vengono "vestiti" con carattere e originalità.
La cosa che rende questo brand ancora più unico, è che i prodotti sono realizzati in serie esclusive e limitate.
In quest'azienda tutto riprende vita: il cartone, il polistirolo, la gomma, la plastica, il legno e diversi metalli ritornano a vivere sotto una nuova forma, spesso inusuale, ma inequivocabilmente geniale. 
Ora, però, facciamoci raccontare direttamente dal suo fondatore Massimo Furlan, ciò che avviene all'interno di questa fabbrica di idee.



1- Qual è la caratteristica principale della MACS DESIGN?
1- Sicuramente che dal nulla creiamo, attraverso la fantasia e materiali che gli altri normalmente non considerano, oggetti funzionali ed esteticamente ricercati. Chi lavora con noi ama l’arte e la creatività. Cerchiamo sempre di utilizzare al minimo i materiali nuovi e per questo ci piace dire che Ricambi Originali è “il design che non stressa l’ambiente”. La varietà di oggetti che si possono utilizzare è infinita e ogni lavoro è un’avventura nella ricerca e nella realizzazione del prodotto, spesso si tratta di vere e proprie scoperte.

2- Com'è nata l'idea di fondere l'arte del riciclo al design?
2- Dopo aver lavorato per molti anni nel settore della produzione di arredamenti e aver visto tonnellate di materiale ancora utilizzabile essere buttato via, ho voluto dare vita a una produzione basata proprio dall’utilizzo di questi scarti. L’applicazione nel campo del design e in particolare negli allestimenti permette di produrre molti oggetti funzionali agli spazi. Lo studio del design dei prodotti è una fase importantissima perché è da qui che nascono le buone idee. 

3- Come vengono elaborate le Vostre idee?
3- La creatività in questo campo deve essere ai massimi livelli. Partire da un oggetto, ripensare al suo uso e funzione, lavorarlo e farlo diventare qualcosa di utile ed esteticamente ricercato non è un lavoro per nulla facile, al contempo, però è molto divertente e da grandi soddisfazioni!

4- Qual è stato il fattore primario che Vi ha spinti verso la produzione di complementi d'arredo al di fuori dal comune?
4- E’ bastato constatare che il settore dell’arredo per troppi anni è rimasto statico su degli standard industriali che riescono poco ad emozionare, da qui la voglia di esplorare un nuovo modo di lavorare e produrre ma anche la necessità di ripensare il ciclo produttivo per fare in modo che l’ambiente fosse maggiormente salvaguardato e che ci fossero meno sprechi.

5- Le difficoltà maggiori che avete affrontato?
5- Le difficoltà che si incontrano quando si apre un’attività nuova come questa sono molte, prima di tutte far sapere cosa produci, per chi e come lo fai. Poi bisogna sperimentare tantissimo, è necessario distinguersi dagli altri ed essere competitivi. Bisogna conoscere profondamente le tipologie di materiali e saperli lavorare oppure trovare le persone giuste che ti possono aiutare e consigliare. C’è moltissimo da imparare, anche di come sapersi vendere, se si vuole portare a casa la pagnotta!

6- Cosa Vi aspettate dal domani?
6- Crediamo fermamente che il domani sia fatto di contaminazione e che le innovazioni saranno frutto dell’intreccio di varie competenze e progetti di lavoro. 

7- Progetti futuri?
7- Per il futuro abbiamo molti progetti legati al riuso, stiamo collaborando con diverse realtà per provare a costruire qualcosa di più ampio rispetto a singoli prodotti o allestimenti. Oggi le persone hanno pochi soldi ma la voglia di possedere qualcosa di bello non manca mai. Per questo vogliamo trasmettere il nostro sapere alle persone e fare in modo che tutti possano produrre recuperando.

8- Che consigli dareste a chi vuole intraprendere una carriera come la Vostra?
8- Sicuramente di lasciarsi trasportare dalla fantasia perché in questo lavoro servono intuizioni e pazzia. Consiglio di informarsi e ricercare molto, addentrarsi negli ambienti di lavoro delle proprie città per capire cosa gli altri scartano e come farsi venire una buona idea per riutilizzarli. Poi dipende se l’attività che si vuole intraprendere deve fare profitto oppure no. Se si vuole fare profitto bisogna anche avere i piedi ben saldi a terra perché, come per tutte le attività, anche questa ha bisogno di una buona gestione che si rapporti con le richieste del mercato. Consiglio, inoltre, di cercare collaborazioni e punti di contatto con altre realtà e realizzare progetti comuni frutto dello scambio di competenze e idee.

9- E' una prassi che tuttora seguite anche Voi?
9- Anche noi lo stiamo facendo, siamo sempre alla ricerca di persone interessanti che vogliano mettersi in gioco per trovare risposte ai nuovi bisogni della società. Quindi perché no? Se anche tra di voi che leggete c’è qualcuno che vuole sviluppare progetti comuni, non esiti a farsi avanti!

10- Ora è il momento di vedere una delle Vostre creazioni. Che cosa ci presentate?
10- SCIALLA: questa poltrona a dondolo è un oggetto di design con un particolare impatto estetico e funzionale. Le linee morbide, la giocosità del movimento e i caratteristici elementi che la compongono, rendono questa poltrona piacevole e divertente nell’utilizzo. (Prezzo da definire)

Info e contatti:
MACS DESIGN di Furlan Massimo
via Sant'Angelo, 250
31100 Treviso (TV)

tel. +39 3401277633


martedì 4 giugno 2013

Una mamma e un papà per designer

Si sa, i bambini portano allegria, ma riescono a suscitare qualcosa in noi ancora prima della loro nascita.
Immaginare la sua cameretta, luogo dove accoglierlo nel momento del suo arrivo, è qualcosa che scatena la fantasia di ogni genitore, soprattutto le mamme, allora, arricchite di dettagli la sua stanza!!!
Guardate l'idea che proponiamo oggi, non è altro che del feltro ritagliato e appeso al muro... un elemento semplicissimo ma di grande effetto!
Sono questi i dettagli che rendono unica una stanza, non è comune come un quadro, è qualcosa che chiunque può fare (il feltro è facilissimo da trovare, costa poco se sintietico, perchè quello di lana è più caro, le gocce sono appese con del filo trasparente, anche quello potete trovarlo tranquillamente in molti negozi).

mercoledì 29 maggio 2013

Architettura in cartone... non potrai più farne a meno!



Se credete che sia alquanto impossibile sedersi su una poltrona fatta completamente di carta, perché non potrebbe sostenere il peso di un corpo umano, vi dimostreremo che, in realtà, questo materiale, è solido quanto il legno o il metallo.

Oggi vi parleremo di un'azienda che ha fatto di questo materiale la sua forza.



Nazzareno e Federico Mengoni sono i geniali fondatori della KUBEDESIGN, e dallo studio massimizzato di questo materiale, con la collaborazione di un team professionale, nel quale figura anche il nome dell'architetto Roberto Giacomucci, hanno dato vita a questo nuovo modo di arredare.

Senza ombra di dubbio, l'architettura in cartone (come loro stessi la definiscono) ha regalato al mondo del design qualcosa di mai visto, inusuale e assolutamente suggestivo.

La carta la conosciamo tutti  come un materiale sul quale scrivere, leggere, inscatolare ricordi oppure come contenitore di regali, invece, i fratelli Mengoni, hanno fatto a noi un dono, hanno dato forma a piccole opere d'arte che chiunque vorrebbe possedere.

Lampade, sedie, tavoli, poltrone, letti e librerie fatte interamente di cartone, resistenti all'usura del tempo, che vanno aldilà delle tendenze momentanee, perché, le cose belle, si sa, resistono alle mode passeggere.

Non c'hanno messo molto a raccogliere consensi, prestigiosissimi nomi hanno chiesto la loro collaborazione, e ciò è dato dall'eccellenza dei loro prodotti, ma andiamo a conoscere meglio la KUBEDESIGN, e farci raccontare, direttamente da uno dei fondatori, la storia di quest'azienda e i riconoscimenti ricevuti, infatti, con immenso piacere, il sig. Nazzareno Mengoni ha accettato di rispondere alle nostre domande.




1- Sig. Mengoni, com'è nata l'idea dell'architettura in cartone?

1-La nostra attività di oggi nasce dall'esperienza maturata nella azienda di famiglia, di mio padre per precisione che da molti anni lavora col cartone tradizionale. Crescere accanto a lui e veder crescere l'impresa ha spinto me e mio fratello a sviluppare una visione del cartone legata ad un utilizzo innovativo e in un ambito del tutto diverso da quello tradizionale. Da involucro il cartone diventa elemento di arredo, architettura domestica, protagonista di una visione dell'abitare gli spazi che ci piace molto ed è un grande stimolo a diffondere assieme alle nostre collezioni un messaggio realmente nuovo. Una intuizione è diventata un progetto e quindi impresa: ad oggi i segnali sono così positivi che cominciamo a pensare di avere fatto una scelta strategica.


2- Che cosa vi ha spinti a rivisitare un materiale così insolito come il cartone, per la creazione di mobili e complementi d'arredo?

2- La profonda conoscenza di un materiale e delle sue caratteristiche ti deve spingere a vederlo sotto una luce differente o da una prospettiva anche insolita se vogliamo. La leggerezza che caratterizza il cartone sembra quasi essere in contrasto con la solidità e la durevolezza che sono invece le caratteristiche principali che noi attribuiamo ai pezzi di arredamento siano essi una sedia, un tavolo o una libreria. Noi abbiamo accettato questa sfida: dimostrare col nostro lavoro che il cartone può essere solido e strutturale come altri materiali impiegati i nell'arredamento. E direi che abbiamo raggiunto l'obiettivo fornendo una valida alternativa a quelle tradizionali.


3- La domanda che sorge spontanea è una: sono davvero resistenti i vostri prodotti?

3- I nostri prodotti sono realmente resistenti all'uso e durevoli nel tempo. La qualità del nostro cartone e la lavorazione a cui lo sottoponiamo per farne un prodotto finito sono tali da renderlo solido abbastanza per un uso del tutto paragonabile a quello degli altri materiali tradizionalmente impiegati in arredamento. Si usura normalmente ed è pronto alle diverse sollecitazioni di peso cui sono soggetti legno, metallo, plastiche varie etc etc.


4- Come hanno reagito i compratori all'inizio della vostra attività e quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato?

4- Il mercato cui ci rivolgiamo è un mercato particolare: attento alle tendenze e al design e nella stessa misura alle problematiche ambientali ed ecologiche. Di conseguenza ci siamo rivolti a chi non poteva non apprezzare un prodotto come è il nostro che, tra le altre cose, si allinea perfettamente alle esigenze di unire, nell'arredare casa,  aspetti estetici, funzionali, ecologici e, perchè, no anche di costi contenuti. Quindi i consensi sono arrivati velocemente.

Per quanto riguarda il mondo contract  inoltre, le caratteristiche del cartone e di conseguenza degli allestimenti che realizziamo, sono vincenti: leggerezza, facilità di progettazione e personalizzazione, costi contenuti, sono alcuni degli aspetti che hanno favorito l’apprezzamento da parte degli operatori.


La fase di start up è stata molto impegnativa per noi. Siamo partiti in corsa, riuscendo a gestire e tenere allineati la nostra creatività, il nostro dinamismo ed  una attenta ricerca di prodotto ; contemporaneamente abbiamo creato e consolidato i diversi commerciali solidi senza perdere la nostra identità. Abbiamo fatto un bel salto in avanti e lo abbiamo fatto in un momento in cui la congiuntura generale non dava grandi aspettative: doppio risultato positivo quindi.


5- Si ricorda qual è stata la prima creazione della KUBEDESIGN?

5- Abbiamo voluto creare un prodotto che desse subito un forte messaggio: la poltrona Polly, ancora esistente e oggi affiancata anche dalla Clorinda; si è rivelato sin da subito un prodotto con un forte impatto sui consumatori ma anche nei confronti delle riviste, della carta stampata, infatti  è stato spesso oggetto di redazionali, citazioni, articoli, dandoci sin da subito una buona visibilità ed un’identità precisa.


6- Perché i vostri prodotti sono una garanzia per chi li acquista?

6- Chi si affida a Kubedesign, sia per arredare la propria casa o ufficio, sia per allestire la vetrina di un negozio o il negozio stesso, sia per un grande evento e allestimento temporaneo, sa e lo sa bene che noi siamo un partner affidabile, attento ai minimi dettagli, alla qualità e sempre disponibile: che sia un prodotto seriale o un prodotto studiato ad hoc il risultato è sempre all'altezza delle aspettative e delle prestazioni per cui è stato richiesto. Ogni fase della produzione è supervisionata internamente, testato e preparato per l'uso, il tutto in tempi brevi e gestibili rispetto alle scadenze. 


7- Avete collaborato al G8 di Siracusa 2009, per non parlare delle collaborazioni con Microsoft, X Factor, Vinitaly, Striscia la Notizia, Corriere della Sera e tantissimi altri. Qual è il segreto di un successo di tali dimensioni? http://www.kube-design.it/it/news/case-history.html

7- Il nostro successo e la ampia visibilità che abbiamo avuto in queste operazioni sono dovuti  all'essere pionieri per un certo aspetto e anche attuali per altri. Ci proponiamo con una idea che è in linea con certi eventi e anche con un certo stile di vita. Io credo che possa essere spiegato così: se vuoi realizzare un certo evento e cerchi una idea che sia davvero originale e crei identità pensi a Kubedesign.


8- Tra le altre cose, avete avuto l'onore di far accomodare su una delle vostre creazioni, una delle figure più illustri del mondo, Papa Benedetto XVI a Malta per il 1950° anniversario di S. Paolo. Com'è andata?  http://www.kube-design.it/it/news/papa-benedetto-malta-2012.html

8- Ci siamo sentiti onorati di essere stati contattati per realizzare un allestimento così importante e la possibilità di mostrare tutte le nostre capacità nella realizzazione di prodotti su misura, su tutti spiccava il trono papale, e nella personalizzazione di quelli standard ci ha stimolato per compiere come sempre un ottimo lavoro. Non nascondo che un po’ di preoccupazione e qualche difficoltà iniziale ci siano state ma alla fine i circa 1000 articoli richiesti (leggii, inginocchiatoi, trono, altare, ecc.) sono stati all’altezza dell’evento e delle aspettative.Una curiosità, abbiamo realizzato anche un crocifisso di circa 2 metri, completamente in cartone,  un prodotto davvero insolito.


9- I vostri materiali sono riciclabili, perciò siete anche attenti alle problematiche ambientali, e operate con la partnership di Legambiente. Ci spieghi questa scelta.

9- La collaborazione con Legambiente è per noi importante e significativa: il valore aggiunto del prodotto Kubedesign sta proprio nella particolare attenzione che riserviamo all'ambiente, a tutte quelle opportunità in termini di abitudini e stili di vita che ci aiutano a preservarlo e contaminarlo il meno possibile.  Vivere con attenzione e cura per noi e per il pianeta è la sola strada percorribile attualmente e Kubedesign per quello che può rafforza tale scelta in chi ha già questa consapevolezza e la induce in chi comincia a pensarci adesso. La sintonia con Legambiente è dunque quasi naturale.


10- Che consigli potrebbe dare a un giovane designer che si affaccia ora al mondo del lavoro?

10- Ad un giovane designer che ami il proprio lavoro potrei consigliare solo di avere tanta costanza e determinazione. Di non stancarsi mai di cercare stimoli nuovo di cui nutrire la creatività e non dismettere mai quell'abito di umiltà che i grandi maestri del design non hanno abbandonato fino all'ultimo giorno delle loro brillantissime carriere.

Ecco alcuni dei prodotti creati dalla KUBEDESIGN presentati in esclusiva per i lettori di STYLEHOUSEBLOG. 


Polly: Poltrona realizzata in cartone ondulato stratificato; cuscino in tessuto color cartone. Struttura in metallo verniciato grigio alluminio. Disponibile con finitura naturale o nella versione rifinita con pellicola 
nei colori fuxia, rosso, nero, bianco e verde o con l’ultimo strato in forex colorato nero,bianco, blu, verde, rosso e giallo.






TED: Lampada da tavolo in cartone tridimensionale. Parte superiore schermata con polipropilene e struttura rivestita da materiale rigido antiurto personalizzabile o disponibile nei colori rosso, nero, bianco, verde, giallo o blu. Si presta ad essere customizzata in molti modi grazie alle sei diverse texture stampate su pellicola idrorepellente o alle numerose faccine emoticon disponibili per il paralume in polipropilene. Lampadina esclusa. Dimensioni: 075 L/W 25 H 43 P/D 11 cm










Info e contatti:

Kubedesign srl
Via Montefanese, 234/a
60027 Osimo (AN) - Italy
Tel. +39 071 7200013
Fax +39 071 720064